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Riciclaggio

Disinchiostrazione e riciclo della carta

Creare carta riciclata da rifiuti post-consumo prevede una complessa serie di attività: raccolta, pulizia, disinchiostrazione e, infine, produzione di nuova carta da quello che prima erano rifiuti. Vediamo da vicino la disinchiostrazione, che è un processo che rimuove l'inchiostro stampato dalla carta da macero affinché possa essere riciclata e trasformata di nuovo in carta.

Primo passaggio: sospensione di polpa

La carta da macero viene raccolta e smistata in diversi tipi da riciclare nel modo più appropriato. Per produrre carta riciclata di alta qualità si parte da carta da macero bianca, che viene portata in una fabbrica di pasta di cellulosa dove viene pulita e disinchiostrata. Nel primo passaggio, la carta viene sminuzzata e aggiunta ad acqua per formare un composto chiamato sospensione di polpa. Durante la sospensione, le fibre della carta assorbono l'acqua e si gonfiano, facendo allentare il legame tra le particelle di inchiostro e le fibre. La sospensione passa attraverso una serie di fasi di filtraggio e pulizia, prima di arrivare alle parti più complesse del processo di disinchiostrazione.

An illustration showing the cycle of paper deinking, from collection, to filtering and cleaning, to deinking, then drying and finally the deinked pulp (DIP) that is used to create new paper.

Il filtraggio è necessario perché, a questo punto, ci sono ancora diverse altre impurità nella miscela, ad esempio graffette e residui di colla. La sospensione passa attraverso una centrifuga per rimuovere la colla, separatori magnetici per eliminare graffette e fermagli, e altri dispositivi di filtraggio prima di arrivare al processo di flottazione. È qui che avviene la disinchiostrazione, con l'eliminazione dell'inchiostro stampato dalle fibre.

"Insaponare", sciacquare e ripetere

La disinchiostrazione per flottazione con aria o flottazione con schiuma è il processo che separa i materiali idrofobi, ovvero molecole respinte dall'acqua o non solubili in acqua, da quelli idrofili, ovvero molecole attratte dall'acqua o solubili in acqua. A tal fine, alla miscela viene aggiunta una soluzione saponosa che si lega e quindi rimuove le particelle di inchiostro non solubili in acqua.

È un po' come quando ci si lava le mani. Quando si strofina il sapone sui palmi delle mani, le bolle di sapone si fissano sullo sporco, facilitandone l'eliminazione. Analogamente, durante la flottazione con schiuma, nel serbatoio con la sospensione viene iniettata aria. La pressione dell'aria crea bolle di sapone a cui si legano le particelle di inchiostro, che emergono in superficie formando una schiuma di colore scuro.

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Questa schiuma si accumula in superficie, mentre le fibre della carta scendono sul fondo. La schiuma torbida viene eliminata e questo processo viene ripetuto più volte in varie fasi, ogni volta in modo più preciso, finché tutto l'inchiostro non viene rimosso. I residui di questa schiuma vengono riutilizzati ad esempio nel settore del cemento. Fase dopo fase, la schiuma diventa più leggera e, alla fine, rimane una schiuma relativamente bianca e di conseguenza fibre di colore chiaro.

Una precisazione di dovere

In un mondo ideale, ciò sarebbe valido per tutti i tipi di materiale stampato. Tuttavia, il tipo di inchiostro e macchina da stampa utilizzati influiscono sulla disinchiostrabilità complessiva del prodotto stampato. Gli stabilimenti di disinchiostrazione tradizionali sono stati sviluppati per il trattamento di inchiostri offset e rotocalco per illustrazioni, in quanto questi sono i principali processi di stampa.

Mentre con gli inchiostri offset classici tutto funziona alla perfezione, gli inchiostri e i processi di stampa più nuovi possono causare problemi. Anche la carta utilizzata può influire sul risultato: la carta con trattamenti speciali può migliorare la disinchiostrabilità di inchiostri particolarmente tenaci. Parleremo degli inchiostri e dei coloranti che presentano problemi nella seconda parte della nostra serie dedicata alla disinchiostrazione.

Come nuova: pasta di cellulosa disinchiostrata

Torniamo alla nostra sospensione disinchiostrata. Una volta che la miscela è ragionevolmente bianca, può passare al passaggio finale attraverso un sistema di dispersione che rimuove dalla miscela tracce di sporco non eliminate durante la flottazione. Ciò che rimane è pasta di cellulosa disinchiostrata.

È importante notare che in nessuna fase del processo di disinchiostrazione viene aggiunto cloro per sbiancare le fibre riciclate, e pertanto la pasta di cellulosa disinchiostrata e la carta riciclata ottenuta sono senza cloro. Per creare carta riciclata di un bianco luminoso, come la nostra carta riciclata NAUTILUS®, invece di carta riciclata di un bianco spento o grigia, la carta da macero da disinchiostrare deve essere in partenza bianca. Non sarebbe ad esempio possibile ottenere gli stessi risultati di alta qualità con carta colorata o materiale stampato con inchiostri non adatti alla disinchiostrazione.

La produzione di carta riciclata da pasta di cellulosa disinchiostrata è uguale alla produzione di carta da fibre vergini. Qui trovi maggiori informazioni sul processo di riciclo, ma, in poche parole, la pasta di cellulosa disinchiostrata viene immessa in una macchina, come quella nella nostra cartiera Mondi Neusiedler nella Bassa Austria, si aggiunge acqua e quindi la pasta viene pressata e asciugata, e le fibre della cartano entrano in un nuovo ciclo di vita.

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